Del mulino posto nella tenuta di Cencelle – attivo dalla seconda metà del sec. XVI per volontà del Card. G. A. Sforza (1518-64), al servizio degli abitanti di Civitavecchia, Tolfa, Allumiere e Monteromano – si hanno interessanti notizie d’archivio.
Al centro di diverse contese tra i proprietari degli opifici del Marta e del Mignone, in concorrenza per il primato della molitura del grano, le mole cessarono la loro attività agli inizi del sec. XX, dopo che (1922-23) il Comune si era attivato per recuperarle dal degrado. Presso il ponte sul fiume è visibile ancora l’impianto in abbandono, all’interno del quale, oltre ai segni lasciati dalle piene del fiume, i macchinari delle turbine, le macine, gli ambienti per gli addetti alla molitura e alla piccola contabilità del macinato, sopravvivono agli eventi. Passate di mano a diversi proprietari, nel 1783 divennero proprietà di N. Soderini.
L’ultimo proprietario fu S. di Pietri, di antica famiglia di mugnai attivi sul Mignone.